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PUCK SHOW

Allegramente scorretti. 

STEFANO ROSSI - Repubblica Tuttomilano

Jan 21th 2010 - link

 

"Quando il fumetto è cattivo e politicamente scorretto si chiama underground. Quando è condito di ironia abrasiva si chiama underground britannico. E quando si esprime con un segno nitido, fra caricatura e surrealismo, a metà fra Robert Crumb, il Bonvi delle Sturmtruppen e la gioiosa anarchia di Jacovitti, si chiama Hunt Emerson. Hunt Emerson è molto underground, Per noi, forse troppo underground. Infatti in Italia è noto solo a pochi appassionati mentre in Inghilterra (è di Newcastle) è un protagonista dei comics e ha pubblicato per fanzine e grandi case editrici, mantenendo sempre un solido legame con un mondo alternativo e laterale, magari un po' precario. Ma a colpi di precarietà ci si può costruire una carriera. O meglio ancora, un nome. E' quanto ha fatto Emerson, che a 58 anni è un pluripremiato e maturo maestro. Ed è proprio lui a citare fra i suoi ispiratori Jacovitti (e Hieronymus Bosch, se è per questo). L’occasione per conoscerlo arriva con una mostra di suoi disegni originali nell’ambito di una più ampia rassegna dedicata alla rivista Puck!, che già dal sottotitolo ("la rivista delle bassezze gratuite") lascia intendere quanto underground possa essere. Puck! è stata fondata una decina di anni fa come The Artist da un gruppo capitanato dal disegnatore Ivan Manuppelli, cambiando nome l'anno scorso. Emerson vi collabora e per l'occasione eseguirà un murales di dieci metri, che terminerà il 21 gennaio, giorno della inaugurazione alle 18.30 con un concerto del cantastorie Franco Trincale alla Don Gallery in via Cola Montano 15. Il fumetto underground va avanti a volte per parodie e rivisitazioni. Emerson ha fatto sia le prime, con Firkin the Cat, caricatura erotica e cialtrona di Fritz il Gatto, che le seconde, riprendendo vecchi personaggi apparsi sulla storica rivista inglese Beano. La sua creazione di maggior successo è Max Zillion, un sassofonista nero «che è come il jazz: selvaggio, pieno di soul e sempre al verde». Il suo sax, Alto Ego, ha una personalità propria. Le strisce sono state ripubblicate in una antologia intitolata A1 della Epic, una sottoetichetta della Marvel. Non sono una gran mole: «Il fumetto underground è meno commerciale e pertanto meno legato alla serialità - spiega Sergio Ponchione, disegnatore per Puck! ma anche per gli albi di Sergio Bonelli- fa emergere un immaginario molto particolare, dà più libertà ma richiede originalità nelle cose da dire». Su Puck! Ponchione ha pubblicato le strip di Tuxedo Jack, avventuriero cosmico in cui il peggior nemico sono le emorroidi. Che dire? Underground."

Stefano Rossi

PUCK!

Omaggio a Puck!

ALESSANDRO TREVISANI - Corriere Della Sera - Jan 10th 2010 - link

 

Scocca l' ora di «Puck! Show»: la mostra riunisce il meglio degli autori di Puck!, la rivista di fumetti underground nata nel 2001 a Milano, e diretta da Ivan Manuppelli, con Marco Falatti ed Emanuele Fossati (vernice oggi ore 18, The Don Gallery, via Cola Montano 15, fino al 6 marzo). In mostra anche Hunt Emerson (nella foto), inglese 58enne, acclamato cartoonist per testate come il Wall Street Journal. «Sono solo un artigiano: ciò che conta è rispettare le scadenze», si schermisce lui, autore, per l' occasione, di un murale coloratissimo: una band di fiati, basso e tastiera. «La musica è una passione», dice Hunt, che prepara una riduzione a fumetti dell' Inferno di Dante. «Puck! Show» raduna anche le tavole di Cavandoli!, fumetto realizzato da 30 autori (fra i quali Silver, Bozzetto, Piero Tonin), in omaggio a Osvaldo Cavandoli, l' autore de «La linea», cartoon protagonista di centinaia di Carosello negli anni 70. Proprio Cavandoli, scomparso nel 2007, col pittore Filippo Auti fece da riferimento agli autori di Puck!. All' inaugurazione si esibirà il cantastorie Franco Trincale: il catanese, protagonista sulla scena e in strada da decenni a Milano, suonerà una ballata contro la mafia.

Alessandro Trevisani

PUCK!

La Posta di TuttoTEX

SERGIO BONELLI - Tutto Tex #473 - Aug 2010

 

Cari amici,

come dico spesso su questa pagina io serenamente ho sempre accettato quella definizione di “editore popolare” che, inutile negarlo, in qualche caso mi viene attribuita con una leggera sfumatura di rimprovero. Questo non significa, però, che io, nel mio privato, abbia rinunciato a difendere e a coltivare appassionatamente quella curiosità che, da sempre, mi spinge a interessarmi alle più diverse esperienze dell’arte grafica. Non dovrete quindi meravigliarvi se, visitando il mio ufficio o la mia casa, doveste imbattervi in pubblicazioni, vecchie o nuove, provenienti dal cosiddetto “underground”, vale a dire quel mondo (letteralmente “sotterraneo”) sostenuto da editori e da disegnatori che propongono le proprie opere attraverso canali alternativi a quelli delle normali edicole o librerie. Opere nelle quali è anche e soprattutto il contenuto ad essere decisamente controcorrente, esposto nella più totale libertà dei modi espressivi e spesso caratterizzato da scelte tematiche “estreme”, provocatorie, irriverenti. Un’irriverenza che talvolta – carica com’è di humour surreale e grottesco, nonché di divertite e divertenti sperimentazioni grafiche - non manca di allietarmi nelle rare pause del quotidiano lavoro, qui in via Buonarroti. Bene ha fatto, quindi, la galleria milanese The Don Gallery a invitare (ormai diversi mesi or sono, il 21 gennaio 2010) anche il sottoscritto, oltre ad alcuni dei nostri collaboratori, alla presentazione di una mostra che sanciva la nascita di Puck!, rivista antologica precedentemente conosciuta come The Artist. In basso a destra (accanto, giustappunto, a quella della sua diretta “antenata”) vi mostro la copertina del primo numero di questa coraggiosa iniziativa editoriale, eseguita da Sergio Ponchione, un giovane, partito anni fa dallo stile realistico di Zona x e Johathan Steele, due pubblicazioni di casa Bonelli, e oggi approdato ai lidi del disegno comico-surreale. All’interno troverete, invece, un vero e proprio carosello di “follie fumettistiche”, realizzate tanto da artisti nostrani quanto da celebrate “star” dell’underground internazionale, come l’inglese Hunt Emerson, gli americani Gary Leib, Jay Kinney e Todd Schorr o il serbo Aleksandar Zograf. Non manca, tra le tante, un’intervista allo scrittore texano Joe R. Lansdale – che da sempre riverse nelle proprie storie un immaginario ispirato proprio all’universo dei comics – e un affettuoso omaggio postumo al grande Osvaldo Cavandoli (cartoonist inventore del celebre omino de La Linea). Ben trenta diversi illustratori vi hanno preso parte, da Bruno Bozzetto a Giorgio Rebuffi, da Silver a Leo Ortolani e poi, ancora, Gino Gavioli, Carlo Peroni, Sandro Dossi… e tanti altri che, pressato dallo spazio che si assottiglia, non posso citare qui. A tutti loro, e allo staff intero di Puck! (ideata e diretta da Ivan Manuppelli), seppure con un colpevole ritardo, non posso che inviare il mio più sincero “in bocca al lupo”, certo che, giustamente orgogliosi del loro “fare fumetti senza guadagnarci una lira” continueranno con l’ entusiasmo e l’appassionata creatività che li hanno fin qui sostenuti. Chi volesse aiutarli nell’impresa. E sfogliare personalmente questa vulcanica “fantasmagoria su carta”, può ordinare una copia tramite internet, all’indirizzo e-mail lagoladipuck@email.it.

Sergio Bonelli.

 

 

 

APUCKALYPSE

VITTORE BARONI - Mar 2014

 

"Alfine l'Apuckalypse è arrivata (nella buca delle lettere)! E non delude chi ha seguito dai tempi della rivista The Artist le ardite imprese editoriali autoprodotte di Hurricane Ivan. Ovvero, ecco qui un turbinoso, afrodisiaco, massiccio (centoemillanta pagine alcune a colori), scombiccherato circo di All Stars del fumetto internazionale di scuola underground comix, con aggiunta di vari autori-feticcio che quell'underground l'hanno precorso o ispirato (dal grande Jack Davis al Sandro Dossi del diavolo Geppo, da Max Capa a Bruno Bozzetto). Come in un racconto sci-fi cult di Michael Moorcock, si fa qui il conto alla rovescia dei pochi giorni che restano all'Apocalisse Secondo Puck, lo gnomesco personaggio con cappello a tuba e alette da vampiro di terza categoria che fa da imbonitore e padrone di casa. Ciascun autore (non li nomino neppure, del fumetto italiano più "militante" si fa prima a dire chi è rimasto fuori) declina il tema apocalittico secondo propria disposizione e coscienza, spesso sfruttando la singola pagina a disposizione per qualcosa in più di una rapida boutade. Del resto il tema urge, batte ai vetri della finestra, e come scrive Jay "Anarchy Comics" Kinney in prefazione, c'è almeno il conforto che "se dobbiamo morire, sarà così anche per tutti gli altri, e preferibilmente tutti nello stesso momento". L'ottimo volumetto, coerentemente annunciato come ultimo della serie (ma dobbiamo crederci?), è il risultato di un appello di crowdfunding, con obiettivo economico raggiunto ampiamente nei tempi prestabiliti: ciò significa che se la qualità c'è, anche per i progetti più sotterranei e strampalati c'è ancora un pubblico che risponde. La fine è vicina, la risata di Puck ci seppellirà!"

Vittore Baroni.

PUCK COMIC PARTY

Tutti invitati al Puck comics party,

jam session per 170 autori off

THOMAS MARTINELLI - Il Manifesto

March 2012

 

Dispettoso e folle sono i primi aggettivi suggeriti dalla colorata copertina di Puck Comic Party. Indotti in tal senso anche dalla testata che richiama il folletto combinaguai del Sogno di una notte di mezza estate -ma il direttore indipendente Hurricane Ivan Manuppelli dribbla la stretta shakespeariana - se ne è parlato in una presentazione off di BilBOlbul al Modo Infoshop di Bologna, presenti alcuni artisti «correi».

Nelle 96 pagine di bianco e nero divise in 6 vignette ciascuna si possono evocare tanti altri aggettivi, diversi e contrastanti: grottesco, disgustoso, geniale, surreale, laido, originale, divertente, sconclusionato, ben disegnato, mal costruito, insostenibile, magico. O si può perfino rinunciare ad etichettare, anche se la categoria più gettonata è underground, e lasciarsi coinvolgere nella lettura antinarrativa di questo fumetto. È infatti frutto di una jam session, di un lavoro in progressione passato per le mani di più di 170 autori dalle provenienze più disparate. Sia geografiche che per esperienza. Ci sono per esempio nomi noti della passata scena controculturale americana come Jay Lynch (Nard 'n Pat), Bill Griffith (Zippy the Pinhead), Denis Kitchen, Larry Welz. Ci sono vignettisti satirici come Vincino, Giuliano, Origone, Danilo Maramotti, Stefano Disegni. Ci sono animatori meno addusi al fumetto come Guido Manuli, Joshua Held (Gino il pollo), Giuseppe Laganà. Ci sono figli illustri che non smentiscono il buon sangue dei padri: Mark Bode del fu Vaughn, il cartoonist politico Monte Wolverton il cui papà Basil era firma leggendaria della rivista Mad. E poi ci sono partecipazioni diversificate come quelle di John Holmstrom, fondatore nel '75 della rivista Punk e copertinista dei Ramones, del censuratissimo comico televisivo Daniele Luttazzi, del 91enne pilastro di Mad Al Jaffee, di Iacopo Fo. Non mancano le colonne consolidate del fumetto popolare classico italiano da Alfredo Castelli (Martin Mystère) a Giovanni Romanini (al fianco di Magnus per La Compagnia della forca e Alan Ford) e Luciano Gatto (disegnatore disneyano di Paperino e Eta Beta), né dei graphic novels di ultima generazione come Hannes Pasqualini (Giètz!) e Manuele Fior (Cinquemila chilometri al secondo). Con buona pace degli altri 149 artisti noti o meno non citati, fra cui ci sono tre Air Pirates (Pirati dell'aria) dell'underground più guerrigliero che negli anni '70 furono in causa con la Disney per le loro parodie spinte non autorizzate e che per questo fondarono The Mouse Liberation Front (Fronte di liberazione del Topo), diciamo che Puck Comic Party rappresenta davvero un evento unico nel fumetto internazionale. Non inganni quindi il fatto che ne siano state tirate solo mille copie e che, salvo rare eccezioni, non è distribuito nelle librerie e nelle edicole ma piuttosto a fiere e festival, o meglio ancora via internet (lagoladipuck@email.it). È un lavoro che ha impiegato due anni e mezzo per compiersi con un metodo di lavoro più simile a una catena di Sant'Antonio che non alla costruzione professionale di una storia a fumetti.

Di mano in mano ogni tavola è stata siglata da due e spesso tre firme di cui l'ultima presente anche in quella successiva. Così Maramotti ha passato il testimone a Staino e lui a Marco Corona, poi a Giacon, a Semerano, a Nizzoli, a Palumbo...e con questa curiosa staffetta è andato crescendo una (non)storia intrigante per l'incredibile coesione narrativa nella diversità stilistica. Detto questo, il consiglio è di cercarlo (a 10 euro) e leggerselo direttamente, senza pretendere qui un impossibile riassunto.

Thomas Martinelli

 

PUCK COMIC PARTY

PUCK: The Comic Party

JOHN HOLMSTROM, founder of Punk Magazine - April 2012 -  link

 

So, anyhow, this is how it all happened: A few years ago, I got a request from some crazy cartoonist guys from Italy! And they asked to contribute to their cartoon jam for their cartoon character: PUCK!

Well, just mention stuff like PUCK magazine (Or Judge) to me (or any late 1880s or early 1900s cartoonists), and I melt. I love this stuff!  When PUNK magazine moved our offices to 225 Lafayette Street, I was amazed, astounded, amused and thrilled that we were now just two blocks away from the original PUCK magazine building, which still stands at Broadway and Lafayette in all of its glory. 

 

 PUCK magazine was like the original MAD magazine.

 

"Puck" was the Robin Goodfellow character from the Shakespeare play "A Midsummer's Night Dream," who plays the "trickster" or whatever, I always fashioned my character Bosko after this kind of guy. He's most famous for his saying: "What fools these mortals be." 

I could not agree more. Do you think you are intelligent? Do you think you are smarter than the rest? Sorry, we are all a bunch of dummies: Shakespeare had you pegged. But I am getting off the subject,

 

Anyhow, I just wanted to mention that I was involved in a wonderful, amazing, unbelievable international comic strip collaboration put together by Ivan Hurricane in Italy: The PUCK Comic Party, published in Italy. 

It brings together comic artists from all over the world! For instance: Tom Bunk (the amazing MAD magazine illustrator, who did the amazing cover above and represents the original anarchic art style of the eternal spirit of MAD), Danny Hellman (who deserves a whole book about his work!), Howard Cruse (who did work with me at Bananas for many years!), Foolbert Sturgeon, Mark Bode (son of Vaughn Bode, who was a HUGE influence on my work), Milton Knight (a good friend for many years whose work is sadly neglected lately and could use a revival--just look at it!), as well as so many GREAT cartoonists as Bruce Carleton,  Al (Mad Magazine "Fold-In"), Jay (Nard 'N' Pat) Lynch, Skip Williamson, Johnny Ryan, Glenn Head, Bill Griffith, Robert Armstrong... Cheez Whiz, I can't keep track of everyone!Even my best friend Bruce Carleton contributed!

Especially because many other contributors are international cartoonists like Sergio Ponchione, Giorgio Franzaroli, and Ivan Hurricane, who made it all happen.

Thanks, Ivan!!! 

John Holmstrom

PUCK COMIC PARTY

L'ammucchiata di fumetti

MICHELE R. SERRA - Vice Magazine- March 2012    link

 

L'ammucchiata di fumetti di Ivan "Hurricane" Manuppelli, che dieci anni fa ha deciso di diventare editore—oltre che cartoonist—underground, e non ha fatto un passo indietro da allora. Quando ha iniziato lui era al liceo, e la sua rivista faceva abbastanza schifo; oggi che lui ha quasi trent'anni, Puck è una bomba. E Ivan può permettersi il lusso di far uscire un numero speciale di 90 pagine con dentro un'unica storia-jam session a cui hanno partecipato più di 170 autori dal mondo. L'idea fa molto anni Settanta, così come l'impostazione pace-e-amore: di solito la new school sputa sulla vecchia, qui invece i grandi della prima ondata si divertono insieme a quelli dell'ultima, gli americani con gli europei.


Un racconto collettivo a catena, tre vignette a testa, sempre lo stesso protagonista: il nano Puck. A cui naturalmente succedono cose a caso. E ci si diverte anche indipendentemente dal piacere nerd di riconoscere i vari cartoonist, da Sergio Ponchione a Al Jaffee (aka l'uomo dei fold-in di Mad Magazine), da Enzo Lunari a Mark Bodé (esatto: figlio d'arte), da Johnny Ryan a Francesca Ghermandi. Ah, quello che si è sbattuto di più—a giudicare dalle tre vignette a pagina 24—è Tom Bunk, il miglior disegnatore di Sgorbions della storia (veramente ha un curriculum ben più lungo, ma questo rende bene l'idea).

La migliore enciclopedia dell'underground mondiale l'ha prodotta un italiano, uno che nel mio mondo ideale sarebbe editor in chief di qualche gigantesco gruppo editoriale. A me Puck Comic Party darà da fare per l'intero 2012, anno che trascorrerò a cercare le storie di almeno 80 autori su 170, quelli di cui non ho mai letto una pagina.

Michele R. Serra

DISPENSER- Radio 2
Estratto della puntata del 08/06/09.

Il programma radiofonico "Dispenser", in onda su Radio2, parla della rivista "Puck!". Conducono Federico Bernocchi e Costantino della Gherardesca. Estratto della puntata del 08/06/09.

L'Arte di Puck
Puck Show - The Don Gallery

VINCENZO SPARAGNA - Jan 2010

 

"Puck, ex The Artist, è una rivista-gruppo del tutto singolare. In primo luogo perché si presenta in perfetta controtendenza rispetto alla frammentazione individualistica dell’immaginario fumettistico. Non è cioè un luogo per esibizioni autocompiaciute, come accade a molta parte del presunto underground attuale, ma un vero centro di ricerca che si proietta oltre se stesso, agisce, inventa, ironizza guardando alla società e al mondo, praticando un umile omaggio al passato che è la sua migliore e più radicale negazione.
Il suo animatore principale, Ivan Manuppelli, in arte Hurricane, è un giovane di talento i cui disegni e le cui storie sono a mezza strada tra Jacovitti e Robert Crumb, ma senza alcuna smania imitativa, poiché utilizza questi riferimenti con la stessa libertà con cui, oltre trenta anni fa, Stefano Tamburini utilizzava il riferimento ai dadaisti del primo Cannibale anni ’20.
In lui, come in tutte le produzioni di Puck, il passato è lo strumento, il trucco illusorio per una proiezione potente verso il futuro, un esperimento di comunicazione così innovativo che ha bisogno di mascherarsi da nostalgia, insomma un perfetto replay ironico post-moderno.
Puck non cerca l’assoluto, non si illude di produrre il mitico “nuovo”, anzi sottolinea nelle sue storie, nei suoi servizi, nei suoi riferimenti “classici” una vocazione ironica, beffarda, manipola finte/vere citazioni per abbagliare senza accecare, nella consapevolezza di operare fuori di ogni linea prevedibile, che vuol dire coscienza di tutti i passati, che oggi sono tanti “presenti” da ritrovare.
Ho sentito molti lamentare di queste opere “puck” il loro gusto underground, la loro nostalgia degli anni ’60 e ’70, ma queste critiche sono il frutto di un sottile equivoco, indotto dagli stessi autori con perfida malizia, poiché è proprio nel riferimento esplicito e perfino clamoroso a quei “modelli” che Puck cerca un disegno che superi l’underground trasformandolo in ironica parentela, in citazione finta.
L’universo contemporaneo è fatto di frammenti che si accoppiano, si scontrano, si mescolano e Puck lavora appunto coscientemente in questa pattumiera estetica, come quei ragazzi di Korogocho che cercano gli oggetti che possono ancora servirgli tra le montagne di rifiuti delle discariche a cielo aperto di Nairobi.
Siamo di fronte a una estetica del riciclo povero, senza clamori tecnologici, quasi si fosse dei neonaif, eppure lontani da ogni sterile ingenuità. Ci si serve così liberamente del fumetto, del video, dei film, della musica, dell’animazione pupazzata, dei vecchi comici di strada, dei clown da baraccone di paese, dei cantastorie come di mattoni per una casa molto carina, senza soffitto, senza cucina…
Dopo anni di solitudine inventiva, di deserti attraversati da noi di Frigidaire senza neppure sapere se avremmo trovato mai una nuova oasi, Puck mi appare allora come un accampamento tuareg tra le dune, un essere vivente imprevisto su un pianeta arido che si pensava disabitato.
Come c’è acqua sotto la superficie della Luna, così c’è almeno Puck sotto lo strato secco che è l’immaginario contemporaneo. Si tratta certo di far salire i fiumi profondi in superficie, ma Hurricane e i suoi sembrano lucidamente decisi a scalare le caverne , a non lasciarsi incantare lungo la via dallo specchio dei blog, che va attraversato di slancio per scoprire ancora una volta lo stupefacente universo di Alice, inesistente ma reale, capovolto eppur dritto."

PUCK IN TV!

COOL TOUR - Rai 5 - 2011
Puck Comic Party Interview

Contributors: Hurricane Ivan, Matteo Guarnaccia, Emanuele Fossati, Marco Falatti. Con Maurizio Rosenzweig, Aleksandar Zograf, Denis Kitchen, Paolo Interdonato. Thanks to Sissy Liberato, Teo Segale, Akab, Squaz, Aldo Monticelli, Om Sharan Salafia, Virginie Eyeflux, la Santeria.

TG 3 - Rai 3- 2012
Puck Comic Party Interview

Crack 2012: Puck Comic Party : oltre 170 autori per un fumetto da record mondiale assoluto

Forte Prenestino - Crack Fumetti Dirompenti. Puck Comic Party interview.

Contributors: Hurricane, Pat Moriariy and many others.

Rai 5- 2009
A Comic homage to Osvaldo Cavandoli - Interview

Lucca Comics 2009. Hurricane, Emanuele Fossati & Piero Tonin about "Cavandoli!", a comic story dedicated to the great animator and cartoonist Osvaldo Cavandoli.

Universo TV- 2005
Xm24 Bologna . Very Vintage Interview about "The Artist" Magazine.

XM24 2005 - associazione culturale E-visual e Blatta Production per la disponibilità e l'assistenza al programma; ragazzi dell'XM24 Milvio e Gimmi per la disponibilità e l'assistenza audio; gli artisti del 2° Meeting Underground Davide Toffolo, Vincenzo Spataro, Marco Martellini, Maria Pia 5. Inoltre ringraziamo Alessandro Tota di Canicola, Alessandro Pastarini del Circo Mistico, Antonio Porta di Pillole, Geremia Moscatelli, Gragorio Luciani del VII Cerchio, Barbara Fagiolo di Mapputella, Hannes Pasqualini di Monipodio, Nicola Rettino di Mondo Pirillo, Emanuele Fossati e Ivan Manuppelli di The Artist, Leg-no, Bikini the Cat, Hellvis, Out in the Shock Band, Stone Fly.

STORIE DI SEGNI, NANI E DIVINITA'
A4G0D & Puck Comic Party

DANIELE FERRIERO - Rumore #248 - Sept 2012

Se cerchi una mappa, un insieme qualunque di segni e coordinate che possa guidarti, buon lettore, be', sei fregato. Abituati all'idea. Non ci sono cataloghi che tengano, nessuna guida all'acquisto (o for dummies) che spiani la strada all'immagine sconosciuta. Altrove, in più occasioni, hanno provato a spacciarti qualcosa: il magazine di tendenza che fa
incetta del nome del momento è un esempio; l'intervista saputa e autoreferenziale giù per l'encefalo, a forza di contingenza storica e riferimenti, è l'altro. Eppure i nomi spuntano fuori anche quando non li vuoi sentire; si avvicendano e alternano e sostituiscono come fossero interscambiabili nelle loro differenze terminali. Alcuni di questi sono da sgranare in un rosario privato e del tutto particolare. Li hai imparati a memoria come le fermate della metro o della corriera, a furia di vederli scorrere tra l'illustrazione e il resto: i Superamici, Canedicoda, Akab, Massimo Giacon, Matteo Guarnaccia, Ericailcane, Toffolo. Molti, molti altri, ne rimangono. Fatto sta che, a furia di citarsi addosso, namedropping incluso, ti rendi conto trattarsi d'un elenco di persone attive con l'intenzione di sparigliare le carte, campi di riferimento e sinapsi altrui incluse.
In questo scenario, Ivan e Marco e Alessandro valgono come curatori e autori di progetti sostanziosi, che nell'attesa d'un illuminato mecenate si sono fatti il cuore più gonfio rispetto al portafoglio. L'uno, Ivan “Hurricane” Manuppelli, si presenta come un concentrato lisergico di risate devianti e fantasia al potere; giovane erede di una controcultura dell'immagine che si estende per qualche decennio. Gli altri, Marco Cendron e Alessandro Cavallini, prendono le mosse dal design, tipografia e grafica (Rolling Stone e Zero, tra gli altri), piegandone dall'interno la carica meccanicista e industriale in favore della creatività spicciola, pura e non edulcorata. L'uno è regista del Puck Comic Party, gli altri di A4GOD. Tutti loro concorrono (dovrebbero) al Cavalierato del Lavoro italico, matrice DIY, risultante varia.

A4GOD si presenta all'occhio e al polpastrello come un contenitore, letteralmente. Una scatola di cartone dall'incarnato bianco che, oltre al titolo e al disegno d'un serpente, riporta l'intestazione An inquiry into eidolatria and contemporary drawing. Apri. Dentro la scatola dalle infinite sorprese riposano 105 illustrazioni su foglio singolo, create per mano di altrettanti disegnatori. Valore aggiunto e anomalo è il fatto che ogni opera è stata pensata allo scopo di rappresentare l'idea del divino. Per ognuno dei giocatori messi in campo. Tutti e centocinque, poi, sono stati ritratti dalla macchina fotografica di Alan Chies, nel controcampo dello sguardo. Il vaso di Pandora formato illustrazione, anno 2012.

Marco e Alessandro riportano che “Abbiamo voluto raccogliere l'emergente più interessante del nostro Paese, e non fare una selezione di qualche tendenza particolare italiana. In quanto curatori abbiamo cercato di operare in una maniera non-lineare, di frullare mondi diversi. L'artista contemporaneo e il malato mentale, il disegnatore dei Gormiti o il fumettista bollito. Difatti, nonostante il rischio di ritrovare alcune figure – e di ritrovarle magari se già si conosce o si fa parte di determinati network – ci siamo resi conto che molti tra i partecipanti non si conoscevano nemmeno. L' aspetto interessante della faccenda è la possibilità di ritrovarsi fianco a fianco con colleghi poco apprezzati.

D'altronde non abbiamo mai avuto la pretesa di fare il quadro di alcuna particolare corrente artistica; anzi, ci piace rimanga per alcuni versi un progetto non chiuso, così come il suo non essere rilegato ci hanno suggerito indichi questo senso e stato delle cose.

Dedicare il tutto all'immagine di Dio è stato poi una sorta di pretesto. Si è cercata una tematica che fosse assoluta, permettendo ai disegnatori di non focalizzarsi sul tema per elaborare una soluzione visiva originale, ma piuttosto cercare di liberare totalmente il loro segno; quasi un tema libero, appunto, in quanto trattandosi dell'immagine del divino quell'idea può essere e diventare molte cose. In fondo i 105 sono stati selezionati non perché siano i nostri preferiti, ma proprio in virtù delle loro specificità nel segno, professionisti o meno che fossero. Tutto è figlio di questa idea e progettualità”. All'andamento ambiguamente teologico della cosa, Hurrican Ivan risponde con Puck Comic Party, numero speciale di jam narrativa a fumetti, più copertina firmata da quel Tom Bunk già al lavoro con Mad Magazine e Garbage Pail Kids (rispettivamente: storica rivista satirica e umoristica fondata da Harvey Kurtzman, e la serie di carte collezionabili, qui da noi ribattezzata Sgorbions ndr). Nell'immagine che ci si presenta all'occhio, il nano Puck  vaga nello spazio cosmico con un tripudio di delirio grafico, residuati trash, di genere, sesso e psichedelia varia a riassumere l'ambito di manovra del personaggio. Un 92 pagine, spillato, bianco e nero.

 

Diversa la genesi del progetto, frutto di un percorso continuo nell'editoria fumettistica più o meno indipendente nonché marchiato dall'amore profondo per il medium. “Ho iniziato ai tempi del liceo, con tutti i motivi che spingono a disegnare in quei momenti. Ricordo per esempio che la vicepreside di allora si rivelò un ostacolo piuttosto utile, servendo come carburante per credere nel progetto. Il passaggio verso il professionismo è stato a ogni modo graduale. Quello che ora è Puck!, la rivista, in qualche modo è stato prima The Artist, la rivista che l'ha preceduto sempre nel solco delle pubblicazioni autoprodotte. Il processo all'insegna della jam si è comunque presentato più volte nel corso del tempo.

Durante il liceo di cui sopra avevo fatto con i miei collaboratori un numero chiamato Cronache di Natale dove ognuno si ritrovava a disegnare una pagina all'insegna della rivolta dei freak, barboni, pupazzi nelle discariche e fenomeni da baraccone al seguito.

Un tentativo immaturo, sicuramente, ma che ha funzionato da richiamo e imprinting per i progetti successivi. Per esempio il numero dedicato al grandissimo Osvaldo Cavandoli (autore de La Linea ndr), omaggio collettivo che ha messo insieme i grandi del disegno umoristico col sorriso stampato in volto. Arrivati ad oggi, poi, a Puck Comic Party, posso
dire che secondo me era il momento storico ideale per chiamare tutti questi autori, mettere in forma scritta/disegnata il passaggio di testimone tra la vecchia guardia e la nuova”

Pare giusto sottolineare, a questo punto, che in questa festa del fumetto in onore del sulfureo nano Puck ad alternarsi alle tavole son ben 170 (e passa) autori da tutto il mondo, leggende, big, underground ed emergenti compresi nel prezzo. L'idea è semplice: partire con la storia e lasciare che ogni artista continui a modo proprio, dedicandovisi solo per tre vignette, per passare poi la mano al disegnatore successivo. La realizzazione, ovviamente, è un'altra faccenda; impresa matta e disperatissima. Continua, Ivan, nel dire “Il progetto ha alla fine assunto una sua vera e propria identità autonoma, tutto un susseguirsi di momenti spiazzanti e frammenti inattesi; una vera e propria festa di surrealismo a fumetti. Lavorare su un progetto così ampio è stato tanto complesso quanto lungo, visto che ho impiegato due anni e mezzo. Allo stesso tempo tuttavia, al di là dell'entusiasmo per il materiale in sé, è stato sorprendente scoprire la disponibilità di così tanti autori nel mettersi a servizio del progetto e spargere la voce in maniera quasi virale.

Per questa ragione non potrò mai ringraziare abbastanza, per esempio, Denis Kitchen che mi ha permesso di raggiungere Winthrop Prince, Leslie Cabarga che non disegnava da trent'anni, Howard Cruse e Jim Mitchell (googla, o lettore ndr). Lo stesso vale per Lucio Tomaz, già al lavoro con Cavandoli per il montaggio e la post-produzione della Linea, che mi ha permesso di contattare Gino Gavioli, l'inventore della maggior parte dei personaggi di Carosello, il quale Tomaz avevo raggiunto già per intercessione di Mauro Gariglio, a sua volta animatore e collaboratore di Cavandoli nell'ultima parte della sua produzione” .

 

Dopo l'assalto fragoroso di nomi, segni e cognomi, va da sé che nonostante la buona volontà il confronto in chiave di intervista diventi in parte un'elencazione di termini, nomi e ganci a vario titolo. Ogni domanda, riferimento, linea tracciata è un virus in propagazione, l'effetto domino che al contempo scuote e mantiene la cultura italiana e mondiale. E allora un poco piace, molto diverte, ramazzare nel paradosso, pensando agli autori di A4GOD come a un network para-massonico dedito ai disegnidiDio; qualsiasi cosa voglia dire. E fintanto che non diventa cartello, ovviamente.

“Diciamo che all'inizio siamo partiti con soli 25 illustratori, persone con le quali avremmo voluto collaborare in generale. Appena aperto il coperchio, però, siamo arrivati a ben 400 e passa proposte; chi si è presentato direttamente con il disegno in mano, qualcuno più discretamente ha mandato una mail per tastare il terreno, altri ci hanno chiesto il permesso per partecipare. Alla fine siamo arrivati al numero triangolare 105, in maniera da  chiudere il cerchio, in qualche modo. La scelta è stata operata in virtù della “malattia” del singolo illustratore, la portata del suo segno e l'idea che il disegnatore potesse quasi soffrire all'idea di questo lavoro, portandosi dietro qualcosa di veramente personale. Non volevamo il compitino, ma piuttosto che, data la richiesta, la scintilla creativa si compiesse in automatico. Si può dire che siamo stati arroganti, eppure si è messo comunque in conto l'eventuale errore. Abbiamo voluto puntare su quanti potevano andare oltre l'illustrazione spicciola; volevamo tirassero fuori il loro sentimento, una visione profonda che al di là della questione tecnica o estetica portasse in dote una luce diversa sul segno. Tanto più che in questo caso non c'era l'idea d'alcun taglio o pseudo-censura, ovviamente. Arriva quel che arriva, per così dire. In una maniera piccola e delicata il progetto è stato una sorta di termometro per vari aspetti e caratteristiche. Allo stesso tempo, poi, è quasi diventato un esperimento sociale, una sorta di interazione tra idee, autori e curatori che andava a confrontarsi con gli ostacoli sul percorso, le criticità di testa e, perché no, l'impianto del canone cattolico imperante in Italia. Il fatto stesso di scegliere l'immagine della divinità ha significato a un tempo dare un'immagine unitaria, un'identità precisa, al progetto A4GOD e al contempo trovare qualcosa che in una maniera o nell'altra interessasse tutti, a prescindere dalla distanza dall'argomento.

 

Un modo semplice ma fortemente carico per riassumere un illustratore, insomma. In più abbiamo voluto tentare di mettere in crisi questi autori, portare il loro segno verso un punto di rottura. Non a caso qualche disegno è venuto particolarmente scarno e altri sono esplosi andando dritti per le loro strade. Sicuramente nessuno l'ha affrontato con leggerezza. Anche solo il dover riflettere sulla natura della propria illustrazione, più o meno  blasfema, intima, pensata per una vetrata virtuale o cos'altro, ha spinto i disegnatori a compiere elucubrazioni che nelle pagine si sentono. È stato un terreno vantaggioso nel quale muoversi. Non a caso alcuni ci hanno consegnato il disegno dopo mesi, mentre  ad altri addirittura siamo dovuti letteralmente andare a prenderli in casa. In più, le foto di Alan, uno dei prime mover del progetto, sono servite a mettere in crisi anche la percezione dei singoli per quanto riguarda loro stessi. Moltissimi rifiutano di apparire, ed è molto raro si mettano in mostra. Non a caso di fronte allo sguardo pseudo-divino della macchina fotografica tanti hanno risposto mascherandosi. E con un'illustratrice la collaborazione è addirittura saltata per questo stesso motivo”

 

La questione bizzarra dell'insieme è che tanto A4GOD mette in campo la pura essenza, la linea assoluta quasi in termini spirituali, quanto PUCK! risponde con la più bassa e gretta delle materialità, tutto una cascata di genitali, esplosioni, droga, personaggi sotto acido e situazioni ai limiti del – e soprattutto oltre il – delirio. Nella migliore delle tradizioni  di genere si susseguono situazioni psichedeliche che onorano il sesso (tanto sesso), le droghe, il rock'n'roll e la signora con la falce di nero vestita. In questa dicotomia tutta da gustare ad occhi e neuroni spalancati, val la pena sottolineare anche le affinità e divergenze sotto il punto di vista dell'impianto e impalcature stesse dei progetti. È curioso, intanto, notare l'incrocio di autori e illustratori che si sovrappongono e pongono le loro penne al servizio di entrambe le opere, linea più, retino meno (Hurricane Ivan compreso); verrebbe voglia di lanciarsi in un'iperbole di quelle sapide al gusto di un'interpretazione lanciata nello spazio. Evitiamo. Interessante è invece mettere a confronto l'organizzazione e la progettualità delle due opere con i risultati ottenuti. Rispecchiando in parte il terreno da cui sono germinati questi oggetti creativi, l'uno – A4GOD – è materia ordinata, che racchiude il cosmo dei suoi autori all'interno di una linearità semplice ma non semplicistica, l'altro – Puck Comic Party – è un collasso caotico dove alla presunta linearità di una storia a fumetti si risponde con salti quantici e un personaggio veramente mercuriale nel suo eterno cambiamento, iconico o meno che sia.

Con entusiasmo Ivan racconta “Sono arrivato a capire davvero questo numero di Puck! dopo alcuni mesi. Sono state moltissime le situazioni, scelte o soluzioni imprevedibili prese dagli autori. Penso a Staino, per esempio, dal quale mi sarei aspettato una deriva politica e che invece ci ha regalato un momento non da poco in odor di Priapo. Insomma, era difficile aspettarsi qualcosa di preciso, soprattutto considerando che alcuni l'hanno messa in caciara, altri hanno proseguito nei loro trip mentali oppure addirittura hanno dato esplicitamente contro alle scelte degli artisti precedenti. Tanto è vero che, onestamente, all'inizio la storia fa un po' di fatica a decollare; è come se all'interno vi si agitassero mondi differenti, mondi e segni che fra l'altro dialogano tra loro all'interno del fumetto, e tramite

il suo stesso linguaggio. Ci sono tutta una serie di rimandi interni, comprensivi di omaggi, citazioni dei disegni altrui, critiche dell'immaginario d'altri che rendono tutto molto vitale e libero. Tanto è vero che, durante la lavorazione, ho dovuto in qualche caso intervenire in maniera trasversale. Per esempio, sfruttando un intoppo, ovvero una ripetizione che si era creata tra il lavoro di Giorgio Rebuffi e quello di Roberto Mangosi, ne ho approfittato per individuare lì un punto di rottura e staccare, per così dire, la storia in tre diversi punti, moltiplicando le possibilità e lasciando poi che a congiungere il tutto ci fosse un gruppetto di autori fidati. Ci sono parti difatti che non erano previste ma son servite per altri inserimenti. Avendo queste tre potenziali linee narrative poi, ho potuto organizzare una sorta di schema e sfruttarlo per far funzionare al meglio le peculiarità dei singoli. Un esempio è l'aver avvicinato il tratto di Vincino e Alfredo Castelli a quello di Joshua Held, ecco, in maniera che ne venisse fuori una sequenza particolarmente surreale. Insomma, il lavoro di montaggio e scelta dei materiali comunque ci è stato, tanto più che ogni tanto ho suggerito qualche imprevisto o fatto che impegnasse il nano Puck, l'elemento di giuntura di tutto il lavoro. All'inizio è stata dura, tanto più che ho cercato e voluto intromettermi il meno possibile; fortuna che con alcuni autori, come Jay Lynch, è bastato dar carta bianca per far decollare tutto con trovate assurde!”

Dal canto suo, l'universo A4GOD risponde “Da alcuni punti di vista siamo stati piuttosto rigorosi, abbiamo usato uno schema piuttosto rigido. Ci siamo svincolati dal problema avendo a che fare con opere fatte e finite, su foglio singolo. Il formato era quello stabilito, il soggetto pure e il sistema/soluzione che ne sono derivati ci hanno permesso di escludere  il rischio della deriva. Cosa che non si può dire del Comic Party di Ivan, trattandosi di una  catena di fumetti e narrazione. In questo dunque non ci assomigliamo; sono sì due opere collettive, ma piuttosto diverse. In comune probabilmente è la percezione d'una certa mancanza di materiali che parlino di questi argomenti, una sorta di reazione automatica per amplificare e sparare colpi nella maniera più fragorosa possibile. In fondo ci si ritrova ad ammirare così tante persone che diventa quasi una necessità fisica voler lavorarci insieme. C'è questo istinto ad amare certi immaginari e far esplodere certe tendenze, insomma. Tanto più se ciò crea la possibilità di lavorare a un'opera corale in cui tutti si sia  allo stesso livello, per così dire. A ogni modo, considerando il percorso, i cambiamenti, le problematiche editoriali e pratiche, le soluzioni impreviste (la carta ci è stata letteralmente regalata, altrimenti non avremmo potuto procedere), possiamo dire che si è creata anche una dinamica diversa nei confronti del sistema. E la possibilità implicita di appendere  i disegni di A4GOD o farne una mostra autonoma rientrano decisamente nel solco del discorso. Vorremmo ora far conoscere il nostro lavoro anche all'estero, magari tramite qualche istituto di cultura, soprattutto considerando che ha il vantaggio di non omologare i partecipanti e lo svantaggio, per così dire, di non mettere in mostra nessuno”

La tirannide dello spazio però rimane, nonostante i mondi ancora da segnalare: Adriano  Carnevali e i suoi Ronfi che spuntano da ogni parte, la riconoscenza di Ivan nei confronti di Sergio Ponchione (sua l'ultima pagina del Comic Party nonché il consiglio sul formato vignette/griglia da adottare), i discorsi sull'immaginario italiota e le sue caratteristiche, i progetti futuri tra temi apocalittici (ricostruzione inclusa) e fotografia contemporanea, il lettering, gli scontri/incontri con gli editori, gli estemporanei riferimenti a Bao Edizioni e l'Antitempo e molto, davvero molto, altro. Il fatto è che comunque avreste dovuto impiegare questo tempo a leggere A4GOD e Puck Comic Party, non questo articolo.

Tutto  qui.

Con invito all'acquisto

Daniele Ferriero

"Oltre 170 autori, Puck Comic Party"

VINCENZO SPARAGNA - Frigidaire # 239

Dec 2011

 

"Raccolti dal nostro inesauribile Ivan Manuppelli, alias Hurricane, in questo numero speciale oltre 170 disegnatori si misurano con le torrenziali avventure del nano Puck, tanto più sorprendenti e surreali, perchè tuta la storia è il frutto della successione, tre vignette + tre vignette + tre vignette e così via, dei partecipanti, ciascuno libero di modificare il corso degli eventi in un senso o nell'altro. Ne deriva una specie di insensatezza programmatica della narrazione, che potrebbe essere definita un'automatic novel, una fiction robotica. Come se Puck si liberasse dei suoi tanti autori e usasse astutamente la loro sequenza casuale per imporsi non più come personaggio, ma come autore di se stesso.
Va anche detto che la qualità dei segni è alta, la copertina spettacolare e la stampa ottima. Puck Comic Party è un fantastico esperimento narrativo-demenziale, da non perdere."

Vincenzo Sparagna.

ANDAR PER FONDI
Due iniziative di autoproduzione nella grafica editoriale

MONIQUE DE MONIQUE - Barricate #6 - Nov 2013

 

Se tutto il corpo della cultura è ammalato, l’editoria è uno degli organi che ha la salute peggiore. Le librerie muoiono, le edicole soffrono. Ogni giorno sparisce una testata dalle edicole e soprattutto nell’ambito della grafica noi redattori di BARRICATE dobbiamo tristemente prendere atto di essere rimasti tra gli ultimi a resistere su carta stampata.
Tutti si traferiscono sul web, uno sconfinato mondo, meraviglioso nella sua libertà, che però finisce per fagocitare tutto, riportando spesso linguaggi anche complessi a semplificazioni degne di un codice fiscale. Saremo un po’ all’antica, ma crediamo che questo processo, dannoso per la lettura, sia addirittura letale per il disegno, costretto nello spazio grafico della comunicazione veloce, del colpo d’occhio. E se ne va la poetica della narrazione.
Non siamo però così arretrati da non capire che il web è invece un mezzo utilissimo per farsi conoscere e che in tanti -compresi noi barricaderi- utilizzano per diffondere i propri lavori, proporli e infine (magari!) stamparli.
Particolarmente efficace è lo sviluppo d’iniziative affidate allo strumento del crowdfunding, un sistema di produzione “dal basso” che prevede una raccolta di fondi e finanziamenti attraverso una sottoscrizione popolare, con l’obiettivo di realizzare un progetto; in questo modo, chi propone il progetto riesce ad avere un’idea dell’interesse potenziale verso la sua proposta e -nel caso di sufficienti donazioni- a coprire le spese per la produzione.
Vi raccontiamo due iniziative: il progetto collettivo promosso da Puck! e quello individuale di un’esordiente.


APUCKALYPSE
Puck! è una testata ideata e animata da Hurricane - Ivan Manuppelli, la quale propone un evento planetario con il progetto “Apuckalypse – La più grande tragedia editoriale di sempre”.
Ivan ha iniziato a 15 anni, nel 2001, creando la rivista The Artist, che ha ospitato tutti i migliori fumettisti e illustratori underground, mettendo insieme esordienti e grandi nomi, fondendo stili, facilitando incontri e lavori a più mani. Poi, nel 2009, il progetto è diventato Puck! La rivista delle bassezze gratuite, che nel 2011 ha prodotto il numero Puck Comic Party. Ora arriva questa Apocalisse, che è anche simbolica, infatti è stata annunciata come l’ultimo numero di Puck!.


Apuckalypse sarà una collezione di incubi raccontati da alcuni tra i migliori talenti mai apparsi prima in Italia, non solo fumettisti, ma incisori, pittori, punk rockers, poeti di strada, xilografi, maestri del collage come Winston Smith (l’autore di quasi tutti gli artworks dei Dead Kennedys), autori italiani noti e leve giovanissime che stanno dando linfa vitale al nuovo panorama underground, come Laura Nomisake della rivista Vieni al Municipio.

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